Pubblicato giorno 12 febbraio 2017 - Testimonianze

Il coro di San Giacomo

Molto  spesso, quando  un amico ci lascia, ci capita di trovarsi in difficoltà,  perché  non sappiamo cosa dire di lui. Usare frasi fatte mi sembrerebbe  da ipocriti. Sappiamo che tutti quelli che lo hanno conosciuto, ora soffrono per la sua scomparsa. È  naturale  come il sorgere del sole. Se devo dire la mia, allora mi aggrapperei ai ricordi che  ci ha lasciato nel tempo che ci è stato vicino. Momenti belli e brutti che concretizzano l’esistenza di un uomo, che ha coscienza di sé come pastore di una comunità. La collettività di una parrocchia,  vede principalmente un sacerdote,  come esempio di spiritualità, come collegamento tra noi e l’Altissimo Gesù Cristo.  Ma si dovrebbe ricordare soprattutto come persona,  con i suoi pregi, e i suoi  difetti,  con i suoi trionfi e le sue sconfitte,  con le sue forze  e le sue debolezze. Tutto quello che fa di lui un essere umano uguale a tutti gli altri,  ovvero i suoi prossimi.  Dobbiamo  soprattutto rammentare quanto ha dato di servizio stesso per far crescere la parrocchia, dimenticando momenti in cui ci sono stati dei fraintendimenti. Caro Don Valerio, questo è il nostro ringraziamento per te, non dimenticheremo mai i tuoi  consigli,  il tuo umorismo,  la tua compagnia,  e la tua retorica che manifestavi nelle varie celebrazioni.

Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo 

(Ecclesiaste 3:1)